La fumettista catanese Mustica: «Il bullo distrugge, il rispetto salva»

Jennifer Papotto

«Vale la pena avere sulla coscienza una persona o il suo futuro?» Questa è la domanda che Fabia Mustica, nota fumettista e scrittrice catanese, ha rivolto agli studenti dell’Istituto “Benedetto Radice” di Bronte, durante uno degli incontri organizzati in Aula Magna per la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo che si ricorda ogni anno il 7 febbraio.

Ma chi sono i bulli? <<I bulli non sono solo quelli che vediamo a stretto contatto di gomito>> – afferma la fumettista – <<ma anche quelli che si nascondono dietro uno schermo: i bulli 3.0. Quelli che non hanno il coraggio di mostrarsi>>. Il web attira, infatti, ma è un’arma a doppio taglio. Per questo bisogna fare molta attenzione ai contenuti che decidiamo di pubblicare <<perchè un bullo potrebbe distruggervi e usarli contro di voi. Anche perché, ricordatelo, i video che mettete in rete restano lì per sempre>>.

Ma Fabia Mustica, autrice tra l’altro de “L’amico diverso”, una graphic novel dedicata proprio al cyberbullismo, ha voluto provocare l’uditorio spiegando che potenzialmente tutti, senza neanche accorgersene, possiamo diventare complici dei bulli anche solo ridendo per prendere in giro o mettendo un like sui social. E questo è il più grave degli errori, perché <<il bullo, da solo, è solo uno sfigato>>.

La fumettista ha reso più interessante il suo racconto citando casi specifici e non limitandosi a parlare in termini generici del problema.

Ha ricordato, in particolare, il caso di un ragazzo di nome Andrea, vittima di uno dei più assurdi casi di bullismo: suicida in seguito alla gogna social a cui è stato sottoposto per aver deciso semplicemente di indossare un paio di pantaloni di colore rosa. <<Ebbene sì, i bulli possono spingere al suicidio,  quindi vanno isolati. Ragionate prima di agire perché, tra l’altro,  da bulli potete anche diventare delle vittime>>. Questo è il consiglio di Fabia Mustica, che ha anche rivelato di essere stata anche lei una vittima del bullo di turno.

<<Una mia compagna era fidanzata ed io ero, invece,  un pò  “strana”, nel mio mondo. Un giorno lei mi invita a conoscere i suoi amici; io ero molto felice, però, appena arrivo, un ragazzo mi dà un calcio nel sedere. Tutti ridevano e io piangevo, tremavo dal dolore e dalla rabbia, mi chiedevo il perché lo avesse fatto.  Poi ho capito che il fratello di quel ragazzo qualche giorno prima mi aveva guardata e si era offeso perché io non aveva ricambiato il suo sguardo>>. Ecco, a volte, possono essere motivi banali a scatenare il sadismo del bullo, ma a volte può essere il sintomo di un dolore patito. <<Con il tempo ho capito che lui era diventato un bullo per il dolore del suicidio del padre >>.

Il bullismo, insomma, è una cosa seria. In che modo venirne a capo?

<< Attivando  il senso critico, non seguendo il branco, portando avanti le proprie idee, non avendo paura di reagire alla violenza>> afferma Fabia Mustica. <<Denunciate i bulli e chiedete aiuto agli altri. Con il rispetto si aprono tutte le porte>>.