Dagli haters alla sextorsion: riconoscere e denunciare i reati di cyberbullismo

Eleonora Strano

In occasione della Giornata internazionale contro il bullismo ed il cyberbullismo del 7 febbraio scorso, il Dott. Giuseppe Piazza, Vice Dirigente del Compartimento Polizia Postale della Sicilia orientale, ha incontrato studenti dell’Istituto “Benedetto Radice di Bronte” soffermandosi sui temi
dell’uso consapevole dei social e della conoscenza di ciò che è illegale al fine di riconoscere e arginare comportamenti a rischio che si possono verificare anche a scuola.

Eleonora Strano

Bullismo e cyberbullismo: se ne parla tanto, ma i più giovani ne sanno davvero tanto? Conosciamo i rischi a cui andiamo incontro e, soprattutto, sappiamo a chi rivolgerci quando ne cadiamo vittima?
A rispondere a queste e molte altre domande è stato il Dott. Giuseppe Piazza, Vice Dirigente del Compartimento Polizia Postale della Sicilia orientale che, proprio in occasione della Giornata internazionale contro il bullismo ed il cyberbullismo del 7 febbraio scorso ha incontrato le classi del I biennio dell’Istituto “Benedetto Radice di Bronte”. Il nostro illustre ospite si è soffermato soprattutto sul cyberbullismo, un fenomeno fortemente attuale che si manifesta sui social e sul web in cui le vittime sono soggette a insulti e diffamazioni da parte di haters.

Ma cyberbullismo non è solo questo. Per farlo capire, Piazza ha chiamato degli studenti dalla platea chiedendo loro di simulare una situazione molto comune tra le giovanissime coppie, quella del sexting, cioè di scambiarsi messaggi e foto a scopi sessuali. «Stanno insieme, vi chiederete, che male c’è?», ha provocato l’esperto. Succede però che poi i due si lasciano e per ragioni che possono essere diverse anche casuali o per scherzo, quei contenuti finiscono in rete e diventano materiale pedopornografico.

Sono casi molto delicati, come bisogna comportarsi? «Una volta che un contenuto è virale è difficile farlo sparire del tutto dalla rete. Per questo bisogna denunciare nell’immediato alla polizia postale e non aspettare. Per questo a voi dico non chiedete e non mandate foto di nudo, nemmeno agli amici. Possono venire fuori anche dopo anni». Piazza ha fatto chiarezza sui reati che si celano dietro comportamenti che erroneamente o per superficialità i
giovani possono considerare normali: conservare ad esempio foto di minorenni sul proprio telefono o sul pc può costituire reato per detenzione di materiale pedopornografico. Un altro fenomeno analizzato è quello della sextorsion, cioè della «estorsione sessuale». Per aiutare ad entrare nella banalità di questa logica, sono stati mostrati dei video molto suggestivi. In uno di questi un ragazzo accetta sui social l’amicizia di una ragazza straniera con cui intraprende subito una conversazione piccante finché non passano alla webcam e lei gli chiede di spogliarsi per primo.
Quello che accade spesso è che dietro la ragazza c’è un’organizzazione criminale che registra dei video alla vittima per poi ricattarla per denaro. Gli estorsori, infatti, si copiano la lista dei follower / amici della loro vittima e la minacciano di diffondere quei contenuti se non paga.

«Anche in questo caso bisogna vincere la vergogna e denunciare subito». Durante l’incontro sono stati mostrati diversi video scelti appositamente per dimostrare agli alunni come avviene un adescamento o un’estorsione, come comportarsi in questi casi e come evitarli.

«Chiedi aiuto. Salva i messaggi e gli screenshot per aiutare la polizia. Chiedi aiuto. Denunciali. Siamo qui per te», l’appello di cui si è fatto portavoce il relatore. «Le persone che si conoscono in rete non sempre sono quelle che credi». L’iniziativa è stata anche un invito a riflettere sul materiale e sulle informazioni che rendiamo pubbliche in rete. «La tua vita è online. Proteggila».

La nostra scuola non è nuova a iniziative di questo tipo. Sempre in questi giorni abbiamo avuto il piacere di parlare di bullismo con la fumettista catanese Fabbia Mustica. Questi incontri sono serviti non solo a sensibilizzare ma soprattutto a educare i giovani al corretto utilizzo del web e al corretto comportamento verso l’altro.